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Il rischio per Ericsson & Co. è che debbano competere oggi e soprattutto in futuro alle condizioni dettate dalle Huawei della situazione, se queste continueranno a crescere in quote di mercato perseguendo un approccio molto aggressivo. Casomai, a far discutere sono i rapporti fra queste aziende e il governo cinese. Huawei, in particolare, è stata fondata nel 1988 da un ex ufficiale della People's Liberation Army della Repubblica Popolare Cinese, Ren Zhengfei, ed è stata accusata– pubblicamente da un rapporto stilato nel 2007 per conto della United States Air Force – di mantenere profondi legami con l'esercito cinese, per altro un importante cliente e partner della compagnia. I vertici della società hanno più volte negato collegamenti "proibiti" con l'establishment governativo e ribadito che la proprietà di Huawei è privata e non ci sono partecipazioni statali di nessun genere.
Resta il fatto che il tentativo di comprare 3Com nel 2008 con un'offerta (in collaborazione con Bain Capital) di 2,2 miliardi di dollari fallì per il veto posto dalla Commissione sugli investimenti esteri dell'amministrazione Bush per ragioni di sicurezza (3Com era un fornitore del governo Usa). E che le speculazioni, come le definiscono i portavoce di Huawei, sulla mancanza di trasparenza di molte operazioni – dalla distribuzione dei dividendi allo status lavorativo di molti dipendenti della società - continuano a circolare.